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Vedere ed essere visti.

Auto elettriche, preziose anche per la riduzione del rumore

L’inquinamento acustico, troppo spesso sottovalutato, provoca seri danni alla salute. Una soluzione al problema arriva dall’auto elettrica.

 

Quando si parla di inquinamento si fa riferimento, generalmente, alla concentrazione di sostanze nocive nell’aria: polveri sottili, ossidi di carbonio, ossidi di azoto, anidride solforosa e così via. C’è però (almeno) un’altra fonte di inquinamento che provoca danni enormi alla salute di tutti: il rumore. Secondo lo studio “Enviromental noise in Europe”, realizzato dalla EAA (European Environment Agency) [https://www.eea.europa.eu/publications/environmental-noise-in-europe], l’esposizione prolungata a un inquinamento acustico di alto tenore provoca 12mila morti premature e contribuisce a 48mila nuovi casi di attacchi ischemici cardiaci nella sola Europa. Inoltre, sempre per la stessa ragione, si stima che 22 milioni di europei soffrano di stress cronico e 6,5 milioni di disturbi del sonno; per il solo rumore da traffico aereo, 12.500 studenti soffrono di disturbi dell’apprendimento. 

 

Si deve lavorare su più fronti

Meglio chiarirlo subito: non esiste una soluzione facile e veloce per un problema tanto complesso. Non c’è ricetta miracolosa, se non un insostenibile (economicamente e socialmente, nel medio e lungo periodo) lockdown come quello che è stato predisposto nelle principali città del mondo a causa della pandemia di Covid-19. L’inquinamento acustico è infatti originato da più fonti, tutte strettamente legate all’attività umana: fabbriche, trasporto veicolare, trasporto ferroviario, trasporto aereo. Ecco perché ogni area di miglioramento deve essere esplorata e non si devono risparmiare risorse per rendere le nostre città più vivibili; è infatti nei centri urbani, com’è facile intuire e come vedremo, che il livello di rumore è più elevato.

 

Il ruolo dell’auto elettrica

Come produttori di automobili, noi di Opel siamo chiamati a dare il nostro contributo, come del resto abbiamo già iniziato a fare: la Corsa-e e l’imminente nuova Mokka-e (100% elettriche), ma anche la Grandland X Hybrid4 (ibrida plug-in) ne sono la testimonianza diretta. Detto questo, è doveroso anche chiarire che l’incidenza dell’elettrificazione delle auto sulla produzione di rumore è assai variabile: alta alle basse velocità, quasi nulla a 50 km/h (circa 1 dB). Nello specifico, i vari studi indicano una riduzione compresa fra 2 e 0,6 dB a 30 km/h e fino a 2,5 dB a 20 km/h.  Al di sopra di tali andature, il beneficio è trascurabile. Il motivo? Quando si va piano, il rombo del motore endotermico prevale su tutto il resto. Ad andature più sostenute prendono il sopravvento il rotolamento degli pneumatici e i fruscii aerodinamici. 

 

La vita nelle città

Dal momento che nelle nostre città spesso si viaggia al di sotto dei 30 km/h e che molto del tempo lo si trascorre fermi al semaforo, ecco che l’elettrificazione della mobilità - quella a quattro ruote, ma anche quella a due, che ha un ruolo molto importante soprattutto nelle zone più calde d’Europa come l’Italia - assume un significato ancor più importante. Ciò è ancora più vero alla luce di un altro dato messo in evidenza dallo studio della EEA: anche se entro il 2030 si raggiungesse la soglia del 50% di veicoli elettrificati, il numero di persone esposte al rumore del traffico veicolare crescerebbe dell’8%, in virtù anche della tendenza diffusa all’inurbamento. Ovviamente, se l’obiettivo appena citato non venisse raggiunto, il numero di persone esposte - a un inquinamento acustico peraltro più elevato - sarebbe superiore. 

 

La sfida nella sfida

Quanto analizzato finora, tuttavia, non tiene conto di un altro fattore: l’introduzione degli avvisatori acustici per i veicoli elettrici attivi al di sotto dei 30 km/h, giustamente resi obbligatori per legge europea ai fini di tutelare le persone non vedenti, rischia di compromettere il beneficio delle auto a batteria. Ecco dunque un’altra sfida per gli ingegneri: trovare delle sonorità che siano avvertibili ma che non siano classificabili come inquinamento acustico, a vantaggio della salute collettiva.