Mercato, utenti, città: superata l’emergenza

la mobilità sostenibile vive una “nuova” normalità

I primi mesi dell’emergenza Coronavirus hanno creato difficoltà al comparto ma ora la ripresa sembra più decisa che mai.

Proposte del mercato, scelte dei cittadini, politiche dei Comuni: se tre indizi fanno una prova, è evidente che per la mobilità sostenibile è arrivato il tempo di una “nuova” normalità. I primi mesi dell’emergenza Coronavirus hanno creato difficoltà all’intero comparto ma ora la ripresa sembra più decisa che mai, nel solco di un percorso già in atto da tempo orientato alla riduzione degli impatti ambientali.

Partendo dal mercato delle due e delle quattro ruote, le proposte green si fanno sempre più numerose e accessibili. È della scorsa estate il dato - + 78% - sugli italiani che si stanno avvicinando al mondo della mobilità verde. Un report dell’associazione di acquisto solidale Ecoverso ha tracciato il profilo di chi sceglie auto ibride ed elettriche: si tratta di uomini (81% dei casi) di età compresa tra i 45 e i 54 anni e residenti al Nord. La domanda in crescita ha inevitabili riflessi sul mercato che - grazie anche al supporto degli ecoincentivi – sta offrendo mezzi con motorizzazioni pulite a prezzi sempre più competitivi. Non è un caso che nei mesi scorsi, a fronte di un calo generalizzato del mercato dell’auto di 23 punti percentuali rispetto allo scorso anno, le elettriche siano aumentate del 53,2 per cento (2.228 unità) e le ibride dell’84,4 per cento (17.684 unità), raggiungendo una quota totale di mercato di 15 punti percentuali.

In quest’ottica gli standard europei sulle emissioni stanno giocando un ruolo centrale, mentre le emissioni di CO2 del nuovo immatricolato hanno registrato il più sostanzioso calo da 12 anni a questa parte. Come ha spiegato la direttrice per l’Italia di Transport & Environment, Veronica Aneris, “gli standard Ue insieme agli incentivi per l’acquisto stanno trainando anche il mercato italiano, contribuendo così all’obiettivo dei sei milioni di auto elettriche al 2030 previsto nel Piano nazionale energia e clima del Governo”. Ma al contempo, ha rimarcato l’associazione di Ong con sede a Bruxelles, questo slancio rischia di spegnersi dopo il 2021 a causa degli obiettivi Ue troppo poco ambiziosi previsti per il 2025 e il 2030: servono insomma politiche ancora più decise come quelle portate avanti in Norvegia, dove in 5 anni la percentuale di vendita di mezzi elettrici è passata dal 6% al 50%.

Certo è che, mai come in questa fase storica, clienti, operatori e istituzioni sembrano disposti a cambiare il modo di concepire il concetto stesso di mobilità. L’accelerazione della domanda in chiave sostenibile emerge dai dati sul traffico ciclabile a Torino nel corso della fase 2 (che ha segnato un +335%) o sui monopattini elettrici in condivisione che sono sempre più presenti nelle nostre città, con ottime risposte da parte degli utenti.

 

Tra offerte del mercato e risposte di cittadini, per un pieno sviluppo della mobilità sostenibile resta centrale il ruolo dei Comuni. 

A Milano ad esempio, il piano “Strade aperte” per trasformare 35 chilometri di percorsi carrabili in piste ciclabili e spazi dedicati alla pedonalità ha già sortito i primi effetti: ben 3.000 i cittadini negli ultimi mesi hanno deciso di muoversi stabilmente su mezzi sostenibili, mentre da dicembre la flotta del trasporto pubblico locale si arricchirà di 100 nuovi autobus elettrici. Lavorare sul miglioramento della qualità dell’aria è al centro delle politiche urbane anche del comune di Rimini, dove si sta lavorando lungo quattro direttrici: mobilità elettrica privata, infrastrutture di ricarica con l’arrivo di 50 nuove colonnine, zone a traffico limitato ed elettrificazione del trasporto pubblico. 

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